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Gay & Bisex

Fantasy 4 - Sciacuddhi (2^parte)


di jacdap
14.05.2025    |    66    |    2 9.0
"Andarono all'uscita sul retro, il trans uscì, Jerry diede un'ultima occhiata per vedere se era tutto a posto, inserì l'allarme, spense le luci e uscì..."

Inverno, sera.
Lecce, come sempre bellissima, offre, ospitale e generosa, ai passanti i suoi negozi curati e il profumo di rustici e pizzette.
Nonostante un'arietta frizzantina ci sono crocchi di persone qua e là.
Jerry lavora in un centro ottico ed io, cercando di evitare l'arcivescovado dove solitamente ci sta Uru, cazzeggio in giro in attesa dell'ormai prossimo orario di chiusura dei negozi.
Jerry ora ha una bella barbetta nera corta che gli dà un fascino supplementare; sotto il camice bianco aperto ha una camicia un po' sbottonata sotto il collo da cui escono i peli del petto che idealmente cercano di raggiungere quelli sotto la gola, anche i polsini sono sbottonati e le maniche un po' spinte verso i gomiti lasciano alla vista i peli degli avambracci che in questo contesto sono terribilmente sexy.
Un grosso orologio da sub capta l'attenzione mentre la cosa che più stona è quell'orribile fede lucida al dito.
Jerry sta ancora mostrando varie montature di occhiali a una tipa coi capelli lunghi dall'abbigliamento un po' eccentrico che non si decide a fare la sua scelta e, prima ancora di sentirne la voce, io ho già capito che si tratta di una trans. Chissà se lo ha capito anche Jerry... A volte mi pare ancora ingenuo come quando aveva 17 anni...
La collega, già in soprabito, ha abbassato dall'interno la serranda a metà: 
- Allora Jerry, io andrei, chiudi poi tu? 
- Sì Mimina, ma per favore chiudici dentro che poi noi usciamo dal retro.
Ecco... l'aveva capito...
Mentre illustra una montatura in titanio e carbonio, a Jerry già freme il bigolo, gli occhi gli si sono fatti un po' più sottili e lo sguardo si è come vivacizzato: è più... animalesco, più penetrante, più espressivo, insomma... più porco. Col cavolo che è ancora ingenuo...
Le labbra gli si sono un po' seccate e se le inumidisce, mordicchiandole con rapidi passaggi sotto l'arcata dentaria opposta. La cliente continua a specchiarsi in uno specchio da tavolo rotondo, Jerry si alza a prendere l'ennesima montatura ma invece di allungarla attraverso il tavolo, gira attorno e gliela porge da dietro fermandosi col bozzo già bello prominente di fianco alla testa di lei.
Appena Jerry vede nello specchio che lei anziché guardare la montatura che ha sul naso, gli guarda il pacco, con studiata lentezza inizia a sbottonarsi la patta.
Lei si passa la lingua sulle labbra senza distogliere lo sguardo e, appena Jerry fa saltare fuori il cazzone da sopra l'orlo degli slip, lei se lo slurpa in un amen prodigandosi in un pompino magistrale, di quelli che si interiorizzano con l'esperienza ma che si esplicano al meglio solo con cazzi molto apprezzati.
Jerry ravana nella tasca posteriore dei jeans per prendere un profilattico lubrificato che mostra alla trans inarcando un sopracciglio. Lei annuisce senza mollare l'osso e, dopo che Jerry ha strappato coi denti la custodia, prende il preservativo e glielo srotola sull'uccello che vibra come se stesse già per venire.
Si alza, solleva la gonna e appoggia il petto sul tavolo spostando le mutandine con una mano. Jerry appoggia la cappella e spinge dolcemente.
Entra liscio liscio. Lentamente ma costantemente Jerry continua a spingere finché le sue palle arrivano contro le chiappe sode della trans.
A questo punto prendo "possesso" di Jerry percependo il suo piacere. La trans, gemendo, spinge il suo culo in contromovimento mentre Jerry le smanazza le tette siliconate.
- Vedo che ti stai facendo una bernarda, chissà come ti devi sforzare...
- Uru, ma devi sempre venire a rompere i coglioni? 
Jerry scopava la trans con colpi lenti e profondi soffermandosi un attimo in fondo al suo retto prima di risalire e riaffondare.
- Bada morchiarolo che sei praticamente a casa mia...
- Sarò anche un morchiarolo e sarò nella tua città, ma tu Bakunin non perdi mai l'occasione di cagare il cazzo...
Jerry stringeva la vita sottile della trans e la stantuffava ora potentemente con un ritmo più serrato.
- Che ne sai tu di Bakunin, borghesuccio bucolico...
- Sai... la cultura non è appannaggio solo dei beòti... comunque se ti vuoi accomodare in lei puoi farlo tranquillamente...
- E farmi scopare da un'ipogeo come te? Non ci penso proprio.
Sento, anche se distratto dal rompiballe, che Jerry è prossimo all'orgasmo. Ho la prontezza di sussurrargli all'orecchio di non venire così e gli instillo la curiosità di vedere l'uccello della trans. Jerry estrae molto lentamente il pisellone umido e solleva dal tavolo la trans, la ruota e le fa appoggiare il culo al bordo e, inginocchiandosi, le solleva la gonna...
- Naa, morchiarolo ti sei messo anche a leccar passere, non ci posso credere...
- Sai soviet maximo che non sei poi così furbo come credi di essere?
Mentre Uru si chiede cosa intendessi, Jerry abbassa le mutandine della trans e la sua guancia viene colpita da una proboscide tanto inaspettata quanto stupenda. Non ci pensa un attimo e inghiotte la cappella.
- Bleah, depravati schifosi - sibilò Uru dileguandosi.
Devo dire che il fragolone del trans (e sì eh, a questo punto ci vuole il maschile) era morbido e saporito. Jerry lappava con gusto: era un piacere fisico e psicologico oltremodo gradevole...
- Oh no merda, sborro - e viene quasi senza toccarsi stringendo colle labbra la prugna violacea del trans ad ogni getto. Mi stupisce quando lo sento dire, dopo aver sospeso la pompa:
- Ti andrebbe di scoparmi?
- Certo... sai in quanti me lo chiedono...
- Hai un condom?
- Anche il lube, tranquillo.
E si spogliano rapidamente. Jerry si mette col petto sul tavolo, il trans gli solleva la gamba destra distendendola anch'essa sul tavolo, pressoché perpendicolarmente all'altra che resta appoggiata a terra.  In quella posizione, con quelle chiappe muscolose e un poco "impizzate" Jerry è una visione da sogno. Esco da lui ed entro nel trans per captarne meglio i pensieri.
"Minchia, che figo che mi faccio stasera... e chi l'avrebbe mai detto...
Gli stava dando grandi lappate agli sfinteri, cosa che faceva impazzire Jerry fin dalla pubertà e che il trans non poteva sapere. Ma se ne accorse subito...
"Azzo, oh, questo gode di culo più di me... datti "canza" che mò t'accontento bello mio...
Gli stava sditalinando col lubrificante gli sfinteri mentre coll'altra mano si menava il suo randello per tenerlo bene in erezione. Sapeva che era necessario per penetrare quel buco che, per quanto rilassato restava comunque stretto. Jerry non era vergine ma neppure uso a prendere cazzi in culo.
"Qua, bel maschione, vieni qui che adesso te lo schiaffo fino in fondo... bel maritino, mò ti sistemo io...
Aggiunto altro lubrificante sulla sua grossa cappella pulsante già appoggiata al culo di Jerry e inguantata in un condom magnum, con un colpo secco la fa entrare. Jerry si contrae tutto e si morde le labbra. Fa un male pazzesco ma in ogni caso Jerry vuole quella ciolla enorme tutta dentro di sé.
Però la penetrazione è difficile in quella posizione sia perché Jerry è più alto dell'altro sia perché dovendo far forza su una sola gamba, Jerry è in tensione e le chiappe sono oltremodo contratte.
Suggerisco al trans di girare Jerry alla missionaria. Estrae la cappella e gli solleva le spalle:
- Mettiamoci più comodi. Siedi sul bordo del tavolo, sdraiati e mettimi i piedi sulle spalle...
Jerry, col salsiccione semiduro che gli si adagia morbido sul ventre teso prende posizione. Appena una goccia di precum costruisce un filo fra pancia e cappella...
"Diavolo, che spettacolo di manzo... io con questo mi ci fermerei e metterei su casa... godiamocelo va...
Stavolta il glande scivola dentro senza fatica e il trans fa scivolare il suo pestello fino alla base mentre Jerry, ad occhi chiusi, si prodiga in ampi respiri. 
Sento il trans, solito a rapporti più meccanici, godersi appieno quella penetrazione che ormai Jerry subisce senza troppo dolore, anzi pure con piacere.
"Che dio ti benedica bel marcantonio, beata quella zoccola che ti ha sposato...
Le spinte si fanno più potenti e Jerry, ormai a occhi aperti, gode nella visione di questa bella mora con la terza di seno che con la sua salsiccia in mano lo sta sventrando dietro. Jerry toglie la mano di lei e si impugna l'uccello contraendo alquanto i glutei e iniziando una sega con rapidi movimenti a scatti accompagnata da gemiti sempre meno trattenuti.
"Vieni bel figone, vorrei proprio che tu fossi mio, mannaggia la fame...
E Jerry viene con un urlo liberatorio. Ai fiotti si accompagnano contrazioni sfinteriche che determinano, con un grosso ansimo seguito da altri più brevi e meno intensi, lo svuotamento del trans nel suo retto.
Avevano finito. Adesso tutto si spegneva e si tornava all'usato ritmo della vita. Non si erano mai baciati e non lo fecero neppure a rapporto concluso. Jerry gli sorrideva con un senso di parziale vergogna. Si rivestirono e non conclusero la scelta della montatura delle lenti. Andarono all'uscita sul retro, il trans uscì, Jerry diede un'ultima occhiata per vedere se era tutto a posto, inserì l'allarme, spense le luci e uscì chiudendo. Il trans non lo aveva aspettato e se ne era andato.
Io resto lì un po' strano... quasi estenuato da quel doppio orgasmo a cui avevo partecipato. Senza un vero sentimento... ecco cos'era stato... una goduta intensa ma fredda, fine a se stessa, senza un bacio, senza un saluto... Una cosa che, tutto sommato lascia dell'amaro in bocca perfino a un vecchio marpione come me. E mi viene in mente quel rompiballe di Uru... Maledetto... bisogna che me ne liberi...

Sei mesi dopo.

Carcagnulo era uno sciacuddhi un po' selvatico. Non amava i contatti con altri jinn e se ne stava da millenni in una segreta del castello d'Otranto ad affinare le sue arti magiche. Ed era bravo. Riusciva a creare essenze fatte di ormoni, aromi, feromoni, fragranze con un'energia particolare che condensava in pacchetti d'aria invisibili che definiva entropici e che potevano essere sbloccati col pensiero con risultati sorprendenti, inspiegabili dai più. Gli feci una visita di cortesia, una mattina di un giugno caldissimo e, dopo mezza giornata di salamelecchi, il nostro rapporto aveva perso di formalità. Scoprimmo di detestare entrambi Uru e gli proposi un'alleanza per liquidarlo.
- Non abbiamo le capacità - disse.
- Insieme sì.
- No, no; non ho il coraggio...
- Ma io sì se tu mi dai quello che mi serve.
Carcagnulo mi guardò strano:
- Tu sai?
- E chi non lo sa.
- Ma tu riesci a vederli?
- No, ma riesco a sentirli, sento che ci sono e forse anche dove sono.
- Ma per sbloccarli...
- Fammi provare...
Carcagnulo prese da qualche parte un qualcosa fatto di niente e lo mise tra noi.
- Vai - disse.
Mi concentrai e in breve cominciammo a ridere come scemi. Avevo sbloccato il suo pacchetto entropico dell'ilarità. Carcagnulo era piacevolmente sorpreso e compiaciuto che fossi in grado di sbloccare i suoi pacchetti invisibili. Smise di ridere e chiese serio: 
- Che ti serve?
- Qualcosa che aumenti la cordialità.
- Vabbè, questo è banale...
- E qualcosa che faccia dire anche quello che non si vorrebbe dire.
- Ce l'ho e anche molto potente. Se lo apri sotto il naso di uno, quello diventa un fiume in piena e non la spiccia più di parlare.
- Già che ci sei un qualcosa che aumenti la mia potenza...
- Questo non esiste ma ti dò una cosa che ti rende più sicuro di te. Ma aprila solo al momento...
Ci salutammo come vecchi amici e, carico come una molla, andai direttamente a Lecce a cercare Uru che però non trovai. Mi misi ad attenderlo nella soffitta dell'arcivescovado dove sapevo che stava. Faceva un caldo insopportabile e mi chiedevo come potesse criticare il mio stare in un frantoio ipogeo.
Arrivò dopo poco, affannato e perfido come al solito:
- Ho sentito da lontano la tua puzza, che vuoi?
Aprendo il pacchetto entropico della cordialità dissi:
- Volevo solo chiedere scusa per l'ultima volta...
- Uh, non c'è bisogno, d'altra parte ognuno è come è e non come vorrebbe essere.
- Questa non l'ho capita - e mi misi a ridere - ma stai parlando di me o di te?
- Forse di entrambi...- disse ridendo anche lui. Cavolo se funzionava il pacchetto entropico della cordialità...
- Sono andato a far visita al tuo Jerry... Non è molto in forma... chissà forse quando sarà padre... è questione di giorni...
- Mah, ho i miei dubbi comunque visto che ha voluto la bici, che pedali... Ma quassù c'è un'afa terribile...
- Anche fuori. C'è tramontana lurda...
Uru sorrise. non l'avevo mai visto ridere e stava quasi per diventarmi simpatico. Per un attimo fui tentato di abbandonare il mio piano di vendetta, ma fu solo un attimo...
- Certo che, per essere un bolscevico ti tratti bene a vivere in questa meraviglia di palazzo pieno di preti...
- Uh, bello mio, tu non hai idea di come mi diverto... e poi le cose belle piacciono anche ai giacobini. Tu piuttosto che sei un borghesuccio infingardo, mi meraviglio che stia sotto terra tra macine, animali e polpa puzzolente di olive...
Ridevamo entrambi. Sembravamo quasi amici da lunga pezza. Invece stavo tirandolo in una trappola. Di nuovo mi sentii in colpa, ma ormai il dado era tratto.
Sorrisi apertamente e dissi:
- Bisogna conoscerle le cose per poterne parlar male - e gli aprii sotto il naso il pacchetto entropico della logorrea.
- Sai Uru che mi piacerebbe davvero riuscire a soddisfare i desideri della gente, del tipo del genio della lampada...
- Ma quella è una fòla e poi non era una facoltà, era una maledizione per quel povero genio...
- Però, pensa anche al dramma di chi ha tre desideri da esaudire, magari in poco tempo, e non sa cosa scegliere, senza contare che noi jinn siamo perfidi e basta che in un desiderio lui ci metta una "e" che subito diventano due desideri.
- Ah ah e poi sarei io il cattivo...
Risi anch'io e dopo qualche discorso generico in cui Uri era al top della loquacità feci il mio affondo:
- Però sono convinto che i tuoi desideri di vedere la povera gente riscattarsi e conquistare con la fatica uno stato migliore siano veri e genuini...
- Ma certo, che ti pensavi?
- Ci scommetto che se tu potessi, vorresti sempre poter vedere gli sforzi del popolo nel momento del bisogno...
- Ma certamente, con tutto me stesso...
Aprii il mio terzo pacchetto entropico e fu così che Uru fu trasformato in un water di vetro.

(Fine)
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